Roma, 5 aprile 2017 – Presentata oggi a Roma in Senato ANDeA, l’Associazione Nazionale Dermatite Atopica. Obiettivo della nuova organizzazione è quello di diventare un punto di riferimento per i pazienti affetti da questa patologia. La Dermatite Atopica (DA) è una malattia cronica della pelle che condiziona pesantemente la vita quotidiana dei malati e ha importanti ricadute dal punto di vista psicologico e sociale. È una patologia multifattoriale, condizionata da fattori genetici e ambientali, che interessa sia bambini sia adulti e che spesso è associata ad asma o a rinite allergica. I sintomi sono intenso prurito, secchezza cutanea e comparsa di rossore, vescicole e lesioni su aree più o meno estese del corpo, che possono variare a seconda dell’età del paziente e della gravità della malattia. La DA può presentarsi a tutte le età: nel 60% dei casi l’esordio avviene nei primi due anni di vita – spesso nei primi mesi – nel 90% entro i primi cinque. Nella popolazione pediatrica si assiste ad una prevalenza del 10-20% (tutte le forme), mentre nell’adulto, la prevalenza scende al 2-5%.
In Italia non esistono stime precise della prevalenza della patologia, ma si stima siano oltre 35.000 i casi di DA nell’adulto, di cui circa il 20% di forma grave, cioè circa 7000 persone. Un’ampia letteratura scientifica sulla DA ha evidenziato che il 61% di questi manifesta prurito insopportabile, circa il 70% disturbi del sonno; più di un paziente su 3 evita attività sociali mentre uno su due soffre di ansia e depressione.
“ANDeA – spiega Mario Picozza, Presidente dell’Associazione – vuole rispondere alle esigenze di coloro che soffrono di DA e dei loro familiari, offrendo sostegno ed organizzando percorsi di formazione che aiutino ad affrontare la malattia nelle sue fasi acute e di remissione. Il nostro scopo primario – precisa Picozza – è quello di raggiungere tutti gli italiani che vivono con questa malattia debilitante, perché hanno bisogno di sapere che possono ottenere aiuto, supporto, educazione e sollievo. Sensibilizzare l’opinione pubblica sull’impatto psicologico, sociale ed economico della DA, rappresentare i pazienti ai tavoli istituzionali per la definizione di percorsi diagnostico terapeutici assistenziali che favoriscano l’accesso alle terapie innovative e sostenere la ricerca sono gli altri tre pilastri sui quali vogliamo costruire la nostra Associazione”.
ADOI, SIDAPA, SIDeMaST, società scientifiche di riferimento in ambito dermatologico, accompagnano ANDeA in questo percorso al quale partecipa anche FederASMA & Allergie Onlus, che tiene oggi a battesimo la nuova Associazione.
“Abbiamo promosso la nascita di ANDeA e ne sosterremo la crescita – dichiara Carlo Filippo Tesi, Presidente di FederASMA & Allergie Onlus – affinché la nostra rete associativa possa divulgare e radicare sul territorio nazionale le azioni e i progetti che verranno sviluppati in favore dei pazienti con DA. In questo scambio continuo di esperienze, nella disponibilità reciproca, deve risiedere il valore di una rete associativa di volontariato”.
Il trattamento dei pazienti affetti da DA cambia in base alla gravità della malattia e prevede sia l’applicazione di sostanze lenitive di automedicazione sia l’utilizzo di antinfiammatori per uso cutaneo a base di corticosteroidi o di inibitori della calcineurina. La terapia sistemica con antistaminici non sempre allevia i sintomi e non ha un impatto sull’evoluzione della DA. Nei casi più gravi i pazienti subiscono ripetuti cicli di trattamento con corticosteroidi sistemici o addirittura terapie a base di farmaci immunosoppressori come la ciclosporina, che non possono essere usati a lungo termine poiché hanno effetti collaterali e richiedono un monitoraggio attento dei pazienti durante tutto il trattamento.
L’avanzamento della ricerca biomedica negli ultimi anni sta però cambiando l’orizzonte terapeutico della DA. L’identificazione dei meccanismi molecolari alla base della malattia apre oggi nuove strade per un approccio terapeutico più mirato, maggiormente efficace e con minori effetti collaterali. L’utilizzo di terapie sempre più mirate anche in questo campo impone una riflessione sul concetto di appropriatezza delle cure che dovrebbe sempre guidare le scelte di un Servizio Sanitario attento a tutti i bisogni di salute dei pazienti.